ed allora e solo allora smontare tutto e colorare!
Dare colore alle parole,
essere una
unica massa fluida disordinata,
creare una sensazione entropica!
Non un parto intellettuale costruito,
ma un'esplosione spontanea di una nuova altra vita ed un'altra ancora ed
ancora un'altra ... E spiego a gente assetata e curiosa, ma oramai
dominate e rassegnate di un gioco oltre ogni fantasia : Ripetere,
ripetere, ripetere, standardizzare, smontare, azzerrare, inventare...
E solo allora mi accorgo di quella gente, forse scocciata, forse
incuriosita di una mia tendenza sadica e un po' folle, si lanciano
messaggi con sguardi che rendono trasparente i loro interrogativi in un
codice di comunicazione senza parole, ma
per per quel formale senso di pudore e dipendenza, ripetono e
trasformano sperando che questa volta sia l'ultima e si vada avanti ...
come è difficile comunicare con il
pensiero!
Sia che si
tratti di giovani, giovanissimi o persone mature o professionisti
affermati con l'hobby narcisistico del teatro, io mi chiedo sempre : PERCHE'?
Perchè questa gente mi deve
sopportare e perchè io devo sopportare loro?
Perchè questa gente invece
di stare davanti ad un TV a guardare l'evento del mese o sbragata in un
pub ad ascoltare musica celtica e bere birra o in una city-car con vetri
appannati stretti al moroso/a di turno... sta torturandosi in un gioco
sadomaso.
Perchè?
E' forse solo il prezzo che si accetta
di pagare per il grande Gioco del Teatro?
Quel Gioco che libera dal conformismo
sociale, dall'obbligo di essere prigioniero del ruolo obbligato dalla
morsa sociale che ci circonda e che ci impone di essere buon figlio,
paziente madre, solerte avvocato, infallibile medico, schizzato
ingegnere, devota moglie o altro ancora che sia bello, brutto,
noioso o interessante non importa, ma è solo altro obbligato.
Allora perché non approfittare di
questo grande gioco?
Allora perchè non giocare ad essere
altro ed altro ed altri mille ancora? Non solo per quel grande desiderio
narcisistico di apparire, presentarsi, offrirsi ad una platea che spia
dal buco della serratura, ma per un grande benessere interno e
riscoprire altri se stessi e vivere la piacevole confusione di non
distinguere la vita e la favola, il dovere ed il gioco, il reale ed il
sogno e tutto sembra vero. Il Teatro alla fine è solo un
gioco, un grande gioco che permette a chi non è più un bambino di
giocare ... un gioco che può creare tanti Peter Pan che non vogliono
invecchiare, consumarsi nella ghigliottina sociale dei soli doveri. Un
gioco, un meraviglioso gioco che per viverlo bisogna appropriarsi delle
chiavi che permettono di entrare in se stessi, la combinazione per
aprire il nostro io e la capacità di catturare la nostra parte che è
prigioniera,sconosciuta o censurata nei nostri pensieri e solo allora
saremo in grado di presentarci con altri abiti ed altre anime e allora
solo allora potremo dire : Io ho giocato per davvero!
Ed è incommensurabilmente bello !